martedì 24 maggio 2011

The Best 2nd Choices


Dennis Rodman, Toni Kukoc, Rashard Lewis e Manu Ginobili. Che cos'hanno questi giocatori in comune? Beh sono stati tutti scelti al secondo giro dei rispettivi Draft NBA.
Non si scopre di certo l'acqua calda affermando che il Draft può riservare clamorose sorprese. Da una parte giocatori scelti molto in alto si rivelano ben presto degli autentici All-Star, ma a volte le cose vanno totalmente nella direzione opposta.
Anno dopo anno poi assistiamo a clamorose sorprese dal basso. Giocatori scelti al secondo giro che si dimostrano già pronti e nel tempo diventano dei grandi, grandissimi giocatori. Addirittura alcuni neanche vengono draftati. L'esempio più lampante è quello di Wesley Matthews, guardia titolare di Portland, che ha disputato un fantastico anno da rookie a Utah, senza essere passato dal Draft.
In questa Top Ten voglio proporvi i migliori giocatori scelti al secondo giro degli ultimi 10 anni. Quando si dice "col senno di poi...."


No. 10: Paul Millsap47th overall in 2006
Ignorato al primo giro del 2006 nonostante abbia dominato la classifica dei rimbalzi della NCAA per tre stagioni consecutive. I primi due anni a Utah li vive all'ombra di Carlos Boozer, ma dalla terza stagione comincia a registrare cifre importanti guadagnandosi poi il quintetto base. Giocatore solido, con discreti movimenti offensivi e pochi fronzoli. il 9 novembre del 2010 realizza 46 punti (!!!) contro Miami stabilendo il suo career-high, trascinando letteralmente i suoi Jazz con 11 punti in 30 secondi compreso un incredibile 3/3 dalla lunga distanza.


No.9: Trevor Ariza, 43rd overall in 2004
Ottimo specialista difensivo grazie anche alle formidabili doti atletiche, ma anche discreto realizzatore. Dopo due stagioni ai Knicks e tre ai Magic approda ai Lakers, dove però nella sua prima stagione gioca solo 24 partite a causa di un infortunio.
Sboccia definitivamente nella stagione 08/09, in cui si guadagna il posto da titolare nella corazzata gialloviola risultando un fattore decisivo nei Playoffs e determinante nella conquista dell'Anello contro gli Orlando Magic.
In seguito è passato ai Rockets , in uno "scambio" di free agent con Ron Artest ma dopo un solo anno psi trasferisce in Louisiana alla corte di Chris Paul.


No.8:  Mehmet Okur, 38th overall in 2001
Prodotto dell'Efes Pilsen, arriva in Nba nel 2002 e gioca 2 anni con i Detroit Pistons. A Motown sotto la guida di Larry Brown mostra sprazzi di buon gioco ma non trova molto spazio, avendo davanti due colossi come Ben e Sheed Wallace, ma si toglie comunque la soddisfazione di vincere il Titolo nel 2004. La consacrazione di "Memo" arriva quando si trasferisce a Salt Lake City per vestire la maglia dei Jazz nell'estate del 2004. Di certo non un giocatore dall'atletismo dirompente, ma ottimo tiratore sia da due che da tre, buon rimbalzista e stoppatore, un giocatore completo e intelligente.
Ha partecipato all'All Star Game nel 2007, anno migliore della sua carriera in cui ha toccato i 18.4 punti di media .


No. 7: Luis Scola, 55th overall in 2002
Un giocatore dalla classe immensa, il re del post basso, dell'uso del perno e del corpo. Argentino con passaporto spagnolo, classe 1980, è arrivato in Nba tardi, a 26 anni, ma è riuscito comunque ad imporsi e a migliorare anno dopo anno, fino a diventare una colonna degli Houston Rockets.
E pensare che era stato scelto nel lontano 2002 dai San Antonio Spurs, i quali qualche anno prima avevano scelto sempre a fine Draft un altro discreto argentino che ha giocato anche a Reggio Calabria e Bologna sponda Virtus di cui non ricordo bene il nome.....

No. 6: Mo Williams, 47th overall in 2003
Giocatore molto energico con un ottimo tiro da fuori e una discreta capacità di penetrare, nonostante l'altezza limitata. Non a caso i Cavs avevano individuato in lui il partner ideale da affiancare a Lebron James per portare la squadra al Titolo. Purtroppo il tandem non è riuscito in quest'impresa e adesso Mo si ritrova a Los Angeles, sponda Clippers però. Piedi per terra è ancora uno dei migliori tiratori in circolazione, ma quest'anno la musica è un pò diversa senza il Prescelto al suo fianco.
Si è tolto la soddisfazione di partecipare alla partita delle Stelle nel 2009.

No. 5: Marc Gasol, 48th overall in 2007
Buon sangue non mente. Il fratello minore di Pau è riuscito a uscire dall'ingombrante ombra del fratello maggiore. Ormai è un perno dei sorprendenti Memphis Grizzlies e uno dei migliori pivot in circolazione. Marc rispetto a Pau è un giocatore diverso. E' un paio di cm più alto, ma soprattutto fisicamente più grosso, con un'impronta più da centro puro, da uomo d'area, meno mobile. Arrivato in Nba con poca credibilità offensiva,  in realtà in tre stagioni è sempre andato in doppia cifra per punti segnati di media, e collezionando ben 8 rimbalzi di media in carriera. Un centro solido, vecchio stampo, con ancora ampi margini di miglioramento. Come ha dimostrato negli ultimi esaltanti Playoffs.

No. 4: Monta Ellis, 40th overall in 2005
Incredibile come uno dei migliori realizzatori Nba sia stato scelto così in basso. The Mississipi Bullet è il classico giocatore che non vorresti mai avere contro. Non altissimo, forse non arriva neanche ai 190 cm, fa della rapidità e dell'intensità le sue armi vincenti. Penetratore eccellente, trova quasi sempre il buco per infilarsi  e provocare danni letali nelle difese avversarie. Arriva in Nba nel 2005 e dopo una prima stagione di apprendistato a 6.5 punti di media, esplode nella seconda aumentando le cifre a quasi 20 di media e vincendo il premio di Most Improved Player.
In seguito, a causa di un incidente in moto, e punito dai Warriors con 30 partite di squalifica, ha un calo nella stagione 08/09 ma si riscatta immediatamente l'anno successivo con l'arrivo in squadra del play Steph Curry. 25.5 punti di media nella stagione 09/10 e 24.1 in quella appena conclusa.


No. 3: Michael Redd, 43rd overall in 2000
Questa fantastica guardia tiratrice mancina è stata il go to guy dei Bucks per molti anni. Partito estremamente in sordina (2.2 punti nell'anno da rookie), migliora nelle successive due stagioni arrivando a toccare i 15 di media. Poi l'esplosione!!! Per 5 stagioni mantiene medie altissime, sempre sopra i 20 di media, con un picco di 26.7 nella stagione 06/07.
Viene convocato per i Giochi di Pechino dove contribuisce alla conquista dell'Oro per il Team Usa. Purtroppo la sua carriera ha una brusca frenata il 25 gennaio 2009 quando si distrugge letteralmente il ginocchio e resta fuori per il resto della stagione. Come se non bastasse, nella stagione successiva, contro i Lakers, si rompre di nuovo gli stessi legamenti del ginocchio sinistro.....Giocatore sfortunato.

No. 2: Carlos Boozer, 34th overall in 2002
Non raggiunge i 205 cm di altezza, ma il post basso e alto sono il suo regno. Fisicamente molto piazzato, sfrutta il suo fisico per catturare molti rimbalzi ed è molto affidabile dalla media distanza. Prodotto della prestigiosa Università di Duke, rinuncia all'ultimo anno per rendersi eleggibile al Draft del 2002, in cui viene chiamato addirittura al numero 34. Prima di lui gente come l'olandese Gadzuric o lo scozzese Archibald...... Si afferma subito a Cleveland ma nel 2004, da free agent, si accasa ai Jazz dove diventa una stella e un punto fermo della squadra, formando con Deron Williams un ottimo asse play-lungo, rievocando i fasti di Stockton-Malone per i nostalgici tifosi di Utah.
Quest'anno approda ai Bulls, la squadra sorpresa della stagione. Qualche infortunio di troppo per Boozer ma comunque una stagione positiva, anche se in questi Playoffs sta un pò deludendo.

No. 1: Gilbert Arenas, 31st overall in 2001
Un fenomeno. Punto. Se rifacessero il Draft del 2001 si giocherebbe di certo la prima scelta con Pau Gasol. Invece fu snobbato per tutto il primo giro. Non era considerato un prospetto dal futuro brillante. Si diceva che non avesse un ruolo definito, troppo piccolo per fare la guardia, troppa poca visione di gioco e poco controllo di palla per giocare playmaker.
Ai Warriors scelse la maglia n. 0 per smentire un suo ex allenatore, che gli disse che i minuti che avrebbe giocato nell'Nba sarebbero stati appunto zero. Ed invece nel suo anno da rookie mette a segno quasi 11 punti di media e l'anno successivo vince il premio di Giocare più migliorato.


Il resto è storia di un giocatore tanto fantastico quanto drammaticamente sfortunato. Approda a Washington, e dopo una prima stagione non brillantissima, esplode letteralmente, diventando uno dei migliori giocatori Nba, segnando costantemente 30 punti a partita, con un high di 60 contro i Lakers a dicembre 2006.
Poi nel 2007 l'inizio del calvario. Si rompe il legamento collaterale mediale ma non guarisce mai del tutto e in due anni tocca il parquet solo 15 volte. Quando tutto il peggio sembrava passato, David Stern lo sospende a tempo indeterminato a inizio 2010, per possesso di armi da fuoco nello spogliatoio. Ritorna sulle scene nella stagione 2010/11 ma i Wizards sono ormai la squadra di John Wall. Approda così in Florida, a Orlando, ma Agent Zero non è più il giocatore che ci ha letteralmente elettrizzato.


Meritano una menzione anche: Glen Davis, Marcus Thornton, Carl Landry e Kyle Korver.


Si ringrazia per la collaborazione Alberto Forestieri aka Terenzio, il Matt Bonner della Promozione di TV.

1 commento:

  1. Gilbert Arenas resterà sempre uno dei miei giocatori preferiti e avrà sempre un posto privilegiato nel mio cuore.Sempre!

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